C’è una data nella storia del poker che ha cambiato tutto: il 23 maggio del 2003.
Se sei un appassionato ti dice già qualcosa..
è il giorno in cui Chris Moneymaker ha vinto il Main Event delle World Series of Poker, il torneo più ambito che è considerato il vero campionato mondiale di poker..
Si gioca ogni anno dal 1970, e nel tempo ha visto grandi nomi entrare nella storia..
pensa a Doyle Brunson con un back to back storico nel 1977 e 1978..
al leggendario Stu Ungar con i suoi tre tornei vinti
Johnny Chan – campione nel 1987 e 1988,
a cui segue Phil Helmuth nel 1989.
Ma il 2003 è stato un anno speciale.
Chris Moneymaker era un semplice appassionato che si è trovato a giocare il campionato del mondo quasi per caso..
aveva vinto un torneo satellite online..
uno di quei tornei che invece dei soldi mette in palio la qualificazione ad un torneo più costoso..
trasformando 39 dollari nel biglietto per l’evento pokeristico più importante dell’anno!
Ai nastri di partenza si sono presentati 839 giocatori che avevano pagato 10000$ per sedersi a quel tavolo…
e nessuno avrebbe scommesso un centesimo su quel ragazzo arrivato dall’online che si stava gettando nella vasca degli squali..
Dopo una maratona pokeristica di quattro giorni, Moneymaker stupisce tutti conquistando un posto per il tavolo finale.
C’è un dettaglio che forse qualcuno ricorda:
Phil Ivey, uno dei giocatori più forti di sempre, è stato l’uomo bolla del tavolo finale, cioè l’ultimo a non essersi qualificato per l’atto conclusivo del torneo.
Neppure in quel momento, però, era facile trovare qualcuno che scommettesse sul suo successo, visto che in gioco erano rimasti giocatori navigati del calibro di Sammy Farha e Dan Harrington (già campione del mondo nel 1995).
Eppure è stato proprio lui ad alzarsi per ultimo, mettendo le mani sul primo premio di due milioni e mezzo di dollari e sul braccialetto del campione del mondo di poker!
Lui, Chris Moneymaker, una persona qualunque.
Come me e come te..
Da quel momento niente è più stato come prima nel mondo del poker..
La notizia dell’impresa di Moneymaker si diffonde in tutto il mondo e scatena la mania del Texas Holdem..
Per un appassionato di poker è difficile identificarsi in un campione che ha passato la vita ai tavoli..
specie quando questo significava passare la vita tra i tavoli dei casinò di Las Vegas e le bische più o meno clandestine di mezza America..
Dopo il 2003 è cambiato tutto: Chris non era un professionista, ma aveva realizzato il sogno di tutti..
da semplice appassionato aveva scalato la vetta del poker, battendo i giocatori più affermati e diventando ricco e famoso in tutto il mondo!
Il Main Event del 2003 rappresenta il sogno diventato realtà per moltissimi appassionati
Ho voluto rievocare la storia di Chris Moneymaker perché è un simbolo forte per gli appassionati di tornei multitavolo.
E’ infatti da quell’anno che si registra un incremento fenomenale della poker mania.
Basta guardare ai numeri dello stesso torneo nell’anno successivo (2576 iscritti e 5 milioni di dollari di primo premio)..
e in quello ancora dopo (5919 iscritti per una prima moneta di 7 milioni e mezzo di dollari)..
fino ad arrivare allo storico evento del 2006 che ha visto ai nastri di partenza 8773 persone, con dodici milioni di dollari riservati al primo classificato!
In tutto questo ha giocato un ruolo fondamentale internet, che ha portato i tornei fuori dai confini dei casinò americani..
Creando partite a portata di click, disponibili per chiunque avesse un computer e una connessione..
Il fenomeno del poker moderno nasce così, nei primi anni duemila..
E nel 2007 arriva anche in Italia, conquistando e appassionando milioni di persone..
Purtroppo non tutte le storie hanno un lieto fine, anzi…
"ogni torneo ha moltissimi iscritti ed un solo vincitore"
E delle moltissime persone che ogni sera si iscrivono ai principali tornei di poker, solo pochissime alla fine dell’anno concretizzano un profitto.
Se per un attimo guardassimo ai numeri nudi e crudi che ci parlano del settore, questi non sarebbero confortanti.
Una cosa certa però c’è, ed è che il poker è un gioco a somma zero: puoi vincere solo se c’è gente che perde.
Quindi se esistono persone che vincono tanto, la maggior parte delle persone che giocano perde tutti i soldi che loro si instascano..
Attenzione, non ne faccio una questione morale.
Molti associano il perdere soldi a qualcosa di brutto e negativo..
Io perdo soldi ogni volta che compro una pizza, un biglietto aereo o una nuova camicia e di solito sono contento di perderli per ottenere in cambio qualcos’altro.
Nel poker sembra che tutti debbano fare il bilancio vincite/perdite..
ma stai comprando un servizio, un’esperienza, che se ti piace può valere la pena di essere vissuta anche se perdi soldi..
Spendi soldi per andare al cinema o andare in vacanza?
Perché dal cinema o dalla vacanza non ti aspetti di tornare più ricco di prima?
Il vero dramma è che si, nel poker la gente si aspetta di vincere.
Non ho mai capito per quale motivo, ma i pokeristi si sentono forti praticamente da subito..
letteralmente dalla prima volta che prendono due carte in mano..
Se poi per sbaglio si piazzano a premi una volta, questo fa di loro dei professionisti affermati!
Non ti sogneresti mai di andare in vacanza e tornare con più soldi di prima (io si, ma questa è un’altra storia), però nel poker la realtà viene distorta..
Soprattutto nei tornei dove il peso dell’abilità viene spesso schiacciato dall’impatto della fortuna.
Basta una sola mano leggermente sfortunata, un piccolo scoppio, per farti dimenticare centinaia di errori che ti hanno portato a giocare quella singola mano che magari avresti potuto evitare…
E per gridare alla sfortuna, alla varianza negativa e alle poker room truccate..
Ripeto: per me non c’è nessun problema se sei consapevole di non essere il favorito quando ti iscrivi ad un torneo e giochi perché ti diverte;
c’è invece un enorme problema se spendi migliaia di euro ogni anno nella convinzione di poter generare un profitto quando non ci sono le condizioni per farlo.
Ancora, se non sei bravo e te ne rendi conto, io ti rispetto tantissimo.
Nessuno ha imparato il poker a scuola, non c’è la laurea in giocatore vincente di texas holdem.
Tutti impariamo giocando, perdendo e studiando…
C’è però un problema: nel poker non esistono barriere all’ingresso.
Per spiegarti cosa intendo chiamo in causa il tennis.
Come nel poker, anche nel tennis ci sono varie categorie di giocatori e di tornei.
C’è però una differenza importante: se voglio partecipare a Wimbledon devo prima meritarmi il diritto di partecipare, solo dopo posso affrontare Federer.
Nel poker il diritto di affrontare i mostri sacri te lo meriti pagando un biglietto per un torneo.
Paghi, voli a Las Vegas e ti ritrovi al tavolo con Phil Ivey.
E magari ti convinci anche di avere le carte in regola per batterlo, perché, dopotutto, Moneymaker ci è riuscito e molti altri dopo di lui.
Ma non serve neanche prendere il volo per andare a giocare un torneo costoso..
Tutti i tornei mettono in palio dei soldi, e anche quelli più piccolini spostano cifre riguardevoli..
Giocare per un primo premio di seicento o mille euro attira i professionisti anche ad una “parrocchietta” da 5€..
Quale che sia il livello che scegli, ti trovi di fronte a giocatori più preparati di te che respirano con un solo scopo: prendere le tue chips e sbatterti fuori dal torneo.
Se non hai mai aperto un libro di poker e pensi di poter battere gente che studia ogni giorno, beh…ti stai illudendo.
Questa è la distorsione della realtà di noi giocatori di poker, e utilizzo il noi perché anche io ci sono passato..
Per un anno intero, dal 2011 al 2012, ho creduto che quelle poche conoscenze prese qua e la fossero sufficienti per vincere con regolarità..
Come se non bastasse all’inizio ho avuto anche ragione, piazzandomi in alcuni tornei importantissimi del palinsesto online e accumulando un bankroll alla velocità della luce.
Solo oggi mi rendo conto di quanto fossi incapace e di quanti soldi abbia lasciato per strada in quegli anni..
Nei tornei la fortuna esiste e può giocare a favore di chiunque, inutile negarlo.
Nel primo torneo importante in cui mi sono piazzato, un domenicale da 250.000€ garantiti, ho visto gli assi per tre mani consecutive..
poi ad un certo punto ho deciso di provare un bluff orrendo con 22..
Ho puntato flop e turn e il mio avversario ha chiamato senza battere ciglio..
al river è arrivato un due miracoloso che sarebbe la classica carta inutile che non sposta gli equilibri della mano..
Il mio avversario chiama il mio all in e mi bestemmia contro appena scopre il tris che avevo appena chiuso.
Solo che se metti a segno uno o due colpi del genere ti senti davvero bravo e rischi di non renderti conto di quante lacune debba mettere a posto nel tuo gioco..
e prima o poi il conto arriva..
Sotto forma di scoppi, di bad run, di carte buone che non vedi per secoli…
e allora la varianza negativa, la sfortuna, il poker è truccato..(ma era truccato pure quando mi ha dato gli assi per tre mani di fila?)
La percezione che un giocatore ha della realtà è quasi sempre distorta, e riallinearsi alla verità può essere difficile..
Ma i numeri non mentono: se la mettiamo sul piano dei soldi la maggior parte dei giocatori perde, e su questo c’è poco da discutere.
Il poker è un gioco a somma zero, i giocatori vincenti guadagnano dagli errori dei giocatori perdenti.
E allora? Smetti di giocare a poker?
Puoi farlo, spetta a te decidere.
Una volta un ragazzo ha comprato un mio corso sui tornei, lo ha studiato e dopo qualche settimana mi ha detto:
“Mario, io smetto. Non pensavo fosse così difficile giocare bene”.
Paghi, voli a Las Vegas e ti ritrovi al tavolo con Phil Ivey.
Considero questa storia uno dei miei più grandi successi come formatore, non ho creato un campione ma ho evitato che una persona si facesse male.
E’ un caso isolato, nel mio lavoro mi rivolgo a chi vuole continuare a giocare..
ma vuole farlo avvalendosi di strumenti, tecniche, strategie e conoscenze che ti permettono di avere chance concrete..
E di giocare “quasi ad armi pari” contro avversari preparati..
Non ti voglio illudere: un giocatore regolare che studia ogni giorno avrà sempre dieci marce in più..
ma voglio darti almeno lo stesso tipo di conoscenze, di formule matematiche e di processi di pensiero per prendere scelte corrette nella maggior parte delle mani che giochi..
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