Ogni volta che giochi un torneo devi superare due tipi di avversari:
- Quelli seduti al tavolo;
- Il caso che influenza il risultato di ogni mano che giochi.
Per battere gli avversari in carne ed ossa, la soluzione è studiare il gioco e migliorare la tua tecnica.
Però i tuoi sforzi possono essere completamente inutili se non impari a sconfiggere, o quantomeno gestire, lo strapotere del caso.
Ecco quindi chiamata in causa la tanto famigerata Varianza.
Ma che cos’è sta benedetta nemica di ogni pokerista?
E’ un numeretto che misura quanto il risultato effettivo di una serie di eventi si DISCOSTA dal risultato atteso.
Utilizziamo due mani per un esempio che chiarisce bene cosa sto dicendo.
Tu hai QQ, il tuo avversario ha TT. Andate all in e queste sono i risultati attesi.
Le dame hanno un’aspettativa di vincere il 81,57% dei colpi, mentre i dieci vincono il restante 18,43%.
Questo significa che, approssimando, su dieci colpi giocati le dame ne vincono otto e ne perdono due, su cento ne vincono ottanta e ne perdono venti.
Ci siamo fin qua?
Già emerge un aspetto interessante che tutti coloro che si scagliano contro la varianza negativa (che non esiste) dovrebbero notare: QQ perde.
QQ in questa situazione è sicuramente la mano favorita, ma favorita non vuol dire che vince il 100% delle volte, vuol dire che vince 81,57 volte su cento. E’ una bella differenza.
Se perdi due showdown su dieci giocati non sei sfortunato, è il normale andamento delle cose.
Se perdi venti showdown su cento giocati non sei sfortunato, è così che deve succedere.
Eppure quando abbiamo gli assi e ci scoppiano ci sentiamo come se avessimo subito un furto, come se dovessimo vincere sempre noi. NON E’ COSI’.
E se ne perdi tre su dieci?
Ecco la Varianza.
Scostamento quadratico medio dal risultato atteso, è questo il nome matematico della varianza, e misura, appunto, quanto si discosta il risultato reale dal risultato teorico.
La mia definizione di varianza è un po’ diversa.
La varianza è quel numero che misura la fortuna e la sfortuna, cioè l’impatto del caso.
Se hai QQ e perdi tre volte su dieci contro TT c’è varianza.
Lo stesso vale al contrario, quando con QQ vinci nove volte su dieci.
Tutto questo ha un impatto almeno a due livelli:
- Su cosa succede al tavolo e nel torneo;
- A livello mentale.
Occupiamoci subito del livello mentale perché non ci interessa più di tanto in questo articolo.
Essere fortunato o sfortunato in una mano può incidere molto sul tuo umore.
Se sei fortunato e non perdi nessun colpo, ti senti naturalmente più forte e disposto a correre qualche rischio extra perché hai fiducia nel tuo gioco.
Vincere porta fiducia nelle tue abilità, sempre. Anche quando vinci per i motivi sbagliati, infatti molte persone che hanno ottenuto dei risultati importanti in un torneo fortunato si ritengono brave senza esserlo.
Questo problema l’ho vissuto in prima persona tra il 2011 e il 2012 quando ho avuto la fortuna di vincere cifre importanti giocando male, questo oltre al bankroll mi ha dato la fiducia necessaria per continuare e diventare poi un professionista.
Il presupposto era però sbagliatissimo, perché credevo di essere molto più forte di quanto non fossi realmente (e a conti fatti mi è costato almeno centomila euro).
Ma questa è un’altra storia che forse ti racconterò un’altra volta.
Il rovescio della medaglia è che se perdi ripetutamente a seguito di una serie di mani sfortunate rischi di giocare male e di andare in tilt, bruciando qualsiasi opportunità di risalire la china e portare in positivo la tua sessione.
Anche su questo potrei raccontarti molte storie. La più eclatante riguarda un mio amico di cui non farò il nome che puntualmente bruciava una sessione di venti tornei ogni sera a mezzanotte.
Sai perché?
Perché magari perdeva cinque o sei colpi e andava in tilt.
La varianza può influire moltissimo sul mindset e compromettere la qualità delle tue scelte e l’intero torneo.
La buona notizia è che puoi contrastarla lavorando, appunto, sul tuo assetto mentale.
Come ti dicevo, non te ne parlo in questo articolo (se ti interessa approfondire leggi questo: https://coachingmtt.com/un-corso-praticamente-regalato-per-sviluppare-il-tuo-mindset-nel-poker/).
In queste pagine voglio invece farti una panoramica generale di come la varianza incide sui risultati che ottieni nei tornei.
Quanto pesa la Varianza nei tornei?
La risposta breve è tanto, anzi tantissimo.
Ma visto che la devi affrontare e contrastare, devi capire bene perché e come funziona.
C’è varianza praticamente in tutte le mani che giochi. Prima ti parlavo di una situazione dove sei assolutamente favorito o sfavorito che può comunque discostarsi dal valore atteso.
La situazione è ancora più incisiva se le probabilità di vittoria e sconfitta sono più bilanciate. Pensa ai coin flip.
Io ho 22 tu AK.
Approssimativamente è un coinflip dove vinciamo il 50% delle volte ciascuno.
Soltanto che su un numero limitato di colpi potrebbe tranquillamente succedere che 22 vince il 70% delle mani e AK il 30%.
Come vedremo poi, il risultato atteso tende ad avvicinarsi al risultato teorico se aumentano i colpi giocati. Intanto incide parecchio sul risultato finale della mano, ANCHE SE HAI GIOCATO UN POKER PERFETTO.
Sul piano del gioco nudo e crudo questo è il primo livello di influenza del caso:
Il caso influenza le sorti di ogni mano che giochi.
Se giochi cash game questo è praticamente tutto ciò che ti occorre sapere. Potresti saltare a piè pari tutto il prossimo paragrafo per andare a leggere solo la parte conclusiva di questo articolo dove ti parlo di come sconfiggere la varianza.
Il cash game distribuisce soldi in ogni mano, per questo motivo l’impatto che può avere il caso nasce e finisce li.
Mano nuova, vita nuova.
Il potere esponenziale del caso nei tornei
Per i torneisti la vita è molto più complicata perché:
- I tornei non sono tutti uguali;
- I soldi stanno alla fine.
Nel corso VarianzaZERO spiego qual è l’approccio che riduce al massimo il peso della varianza quando giochi.
Spiego proprio come impostare a livello qualitativo un poker a bassa varianza che ti consente di attraversare le singole fasi del torneo esponendoti al minimo all’influenza del caso.
Una delle soluzioni più dirette per avere risultati costanti non riguarda però il poker giocato, ma a quali tornei scegli di partecipare.
Chi gioca tanti tornei è quasi sempre costretto a spaziare tra vari buy in e varie strutture.
Giochi assieme tornei da 5€ e tornei da 30€, così come mischi tornei lenti e tornei turbo.
L’incidenza del caso in un torneo da 30€ o da 100€ pesa molto di più che in un torneo da 5€.
Ricordo ancora un tavolo finale di un vecchissimo EPT di Montecarlo. Credo fosse il 2010. Il secondo stack in gioco aveva QQ e ha deciso di foldare preflop contro il chipleader nonostante fosse chiaramente il favorito nella mano.
Potrebbe sembrare una scelta da cagasotto, ma sono pronto a scommettere che in un torneo da 100€ online non ci avrebbe pensato due volte a fare call.
Perché?
Perché il torneo da 100€ può spostare qualche migliaio di euro, il tavolo finale dell’EPT qualche centinaio di migliaia.
Tremila o cinquemila euro in più sono cifre importanti per tutti, ma non cambiano la vita a nessuno. Duecentomila euro in più si.
La scelta di quel giocatore è stata dettata proprio da questo. Sei il secondo stack in gioco e gli altri sono corti. Chi ti porta a giocare un colpo profittevole che rischi di perdere quando fai un fold, che è una scelta immune da varianza, e ti garantisci come minimo il terzo/quarto posto e svariate centinaia di migliaia di euro in più?
Tra l’altro una mano del genere è stata giocata da un italiano in un torneo parecchio importante qualche anno fa. Però non posso dire di chi si tratta 😀 .
Il dato è che la varianza nei tornei importanti pesa di più che nei tornei meno importanti.
Una soluzione per azzerare questo divario è giocare tornei omogenei, come suggerisco in VarianzaZERO, ma non sempre è possibile e poi, diciamocelo, sotto sotto tutti vogliamo tentare il colpaccio nel torneo importante.
Se giochi in bankroll puoi farlo, ma sapendo che la varianza sul risultato finale aumenterà.
Ma non è ancora finita.
L’impatto del caso ha un peso diverso anche in base al MOMENTO DEL TORNEO.
L’ultima volta che ho fatto tavolo finale al Sunday Special sono durato una sola mano. Arrivo con uno stack di 30/35BB e spillo KK. Faccio una 3bet dopo l’apertura del mio avversario che non esita a mandare la vasca con TT.
Perdo la mano e l’opportunità di andare chipleader 8 left.
Tra i colpi persi in carriera è forse quello che mi brucia di più, e se lo sto ricordando adesso è per dirti che lo scoppio o la sculata al tavolo finale pesa molto di più che la stessa mano vinta o persa nella fase iniziale.
Nel torneo i soldi stanno alla fine.
Le chips vinte o perse all’inizio valgono pochissimo, quindi se sei fortunato o sfortunato nella fase iniziale vinci o perdi pochi spicci, mentre quando il caso influenza le fasi finali di un torneo…pesa.
A questo punto hai il quadro generale di questa bestia nera che è la varianza nei tornei.
Ricapitolando:
- La varianza influenza ogni mano che giochi;
- Può avere un effetto sul tuo mindset e sulla tua capacità di giocare bene;
- Il suo impatto varia in base al tipo di torneo che giochi;
- E varia a seconda del momento del torneo in cui ti trovi.
Metti tutto assieme in un cocktail di situazioni possibili e capisci l’enorme influenza che il caso può avere sul singolo torneo dove per arrivare a premi devi giocare centinaia di mani e per vincere quello più alto devi superare le fasi finali in cui ogni due mani giocate c’è un all in preflop per via degli stack in gioco che sono sempre corti.
Per giocare tornei devi essere consapevole di tutto questo, altrimenti li vivrai male e non sarai mai preparato ad affrontare il più subdolo dei tuoi avversari.
Come ti dicevo all’inizio, le persone che affronti al tavolo sono solo uno degli avversari da superare. E in fin dei conti sono quello più semplice da gestire: basta giocare meglio di loro.
Contro il caso invece hai un numero limitato di soluzioni che puoi utilizzare. Te ne parlerò tra poco, prima voglio chiarire un punto che forse è emerso o forse no:
Il caso è NEUTRO!
Tolte le discussioni sul grande complotto delle poker room truccate su cui non mi esprimo qui (l’ho già fatto in questo video: https://www.youtube.com/watch?v=W8–kYs1ANU), al caso non importa niente di te, dei tuoi avversari e di tutto il resto.
Mischia le carte e le distribuisce in modo…casuale.
Non esiste la varianza negativa, e chi ne parla non sa neanche cosa sia la varianza. La formula della varianza è questa: σ2.
Cosa significa? Vuoi davvero entrare nei dettagli della statistica? Io non credo, ma se ricordi qualcosa della matematica fatta a scuola, qualsiasi numero elevato al quadrato è sempre positivo.
Il mio suggerimento è di cercare di accettare che il caso ha un’influenza pesante nel poker e non arrabbiarti più di tanto per una striscia di risultati negativi.
Non fa piacere a nessuno perdere, ma fa parte del gioco e soprattutto ci sono cose che non puoi impedire, ci sono risultati che non dipendono al 100% da te.
Se hai AK con 15bb al tavolo finale devi giocarti tutto, ma non puoi influenzare le carte che scendono.
Se ti scoppiano gli assi dopo un all in preflop hai fatto tutto il possibile e sei riuscito a portare il tuo avversario la dove volevi che arrivasse, se vinci o perdi la mano dipende dal caso. Tu non puoi farci più niente.
Come puoi ridurre la varianza nei tornei?
Ma cosa invece puoi fare per ridurre lo strapotere del caso nei tornei?
Visto quanto pesa nei tornei, negli anni ho prestato particolare attenzione a quelle che sono le soluzioni possibili per contrastare la varianza.
Il frutto ultimo di questo lavoro è il corso VarianzaZERO dove trasferisco un metodo di gioco completo per manipolare, ridurre e gestire il peso della varianza in ogni singola decisione che prendi.
Nello spazio di questo articolo voglio però darti alcuni suggerimenti pratici.
Il primo è: giocare tanto.
L’unico modo per azzerare la varianza è giocare tantissimo.
Prendiamo l’esempio iniziale, QQ vs TT. Su dieci mani il risultato finale può variare tantissimo. Su cento mani può variare tanto. Su un milione di mani il risultato reale e il risultato teorico saranno praticamente identici.
Su un milione di mani QQ vince un numero di volte vicino a 815700 e perde circa 184300 volte.
Il primo modo e il più diretto per azzerare la varianza è raggiungere il lungo periodo.
Dopo quanto raggiungi il lungo periodo?
Nessuno lo sa.
Nel mondo reale, però, se giochi dieci o ventimila tornei sei abbastanza sicuro che il risultato finale rappresenta quanto vali e non è troppo influenzato dalla varianza.
Poi, come ti dicevo, io ho giocato 27000 tornei e ci sono alcune situazioni che se andavano a mio favore potevano spostare tanti soldi, ma ciò non mi ha impedito di essere nettamente in profitto.
L’unico dato certo che devi prendere è che se vuoi avere la certezza di vincere soldi nei tornei, posto che devi essere abbastanza bravo come giocatore, devi giocare un numero elevatissimo di partite.
Questa soluzione ha un grosso limite: può essere attuata soltanto da un professionista con un grande bankroll e molto tempo da dedicare a quest’attività.
E’ più che un lavoro vero e non è una soluzione per la maggior parte degli appassionati.
Un appassionato, anche bravo e volenteroso, che gioca cinque, dieci o cinquanta tornei al mese non può raggiungere il lungo periodo, e non può azzerare la varianza.
Quindi?
Devi condannarti a essere sempre schiavo del caso e delle carte che scendono?
La risposta è si e no allo stesso tempo.
E’ si perché entro certi limiti non puoi evitare gli scoppi. Su diecimila tornei giocherai abbastanza tavoli finali da bilanciare vincite e perdite dovute alla fortuna.
Su cento tornei puoi vincere tutti i tavoli finali o puoi perderli tutti perché sei sempre sfortunato.
E’ improbabile che succeda, ma se dovesse succedere non ci sarebbe nessun complotto contro di te, nessun poker truccato o altro: sarebbe solo sfiga.
Se adesso che sai questo vuoi smettere di giocare, a me va benissimo.
Produco corsi e divulgo informazioni per creare consapevolezza nelle persone che frequentano i tornei.
Se tu dici: “Guarda, pensavo fosse più semplice, non fa per me”, io sono contentissimo.
Se invece vuoi continuare a partecipare ai tornei perché ti diverte, perché i soldi che utilizzi non sono fondamentali per la tua vita e perché ti piace studiare e migliorare nel poker, allora devi seguire con estrema attenzione la parte finale di questo articolo.
Lo so che sei stanco e che è difficile seguire il filo del discorso quando si parla di matematica, ma fai un ultimo sforzo perché è vitale per te capire quanto ti sto per dire se vuoi ottenere risultati nei tornei giocando poco.
Se sei un amatore sei nella merda.
Te lo dico senza mezzi termini. Non puoi sperare di raggiungere il lungo periodo, e l’unica soluzione che hai per contrastare lo strapotere del caso deriva dal tuo gioco.
Come se ciò non bastasse, un gioco mediocre non è sufficiente.
Io ho giocato da professionista per cinque anni, e per la metà di questi ho espresso ai tavoli un poker mediocre.
Giocavo troppi tornei assieme e studiavo troppo poco.
Però giocavo settecento/ottocento tornei al mese e il mio gioco appena sufficiente bastava per portare a casa un profitto ogni anno.
Un amatore che gioca male e pochi tornei apre il fianco all’influenza del caso, e si mette nella condizione di DOVER AVERE TANTA, TROPPA, FORTUNA PER VINCERE.
Per contrastare la varianza nel breve periodo devi sviluppare un gioco di alta qualità, un gioco molto preciso, dove ogni singola scelta è orientata alla riduzione del margine di manovra che il caso ha per influenzare il risultato finale.
In questo articolo ho utilizzato due mani classiche come esempio:
- QQ vs TT che è un 80/20;
- AK vs 88 che è un classico coinflip.
Quando la tua probabilità di vincere è dell’80% il margine che ha il caso per influenzare il risultato finale è minore che quando si avvicina al 50%.
Preferisci giocarti lo stack con AA o in coinflip?
Se giochi con AA puoi perdere, ma sono di più i colpi che vinci rispetto a quelli che perdi.
La prima soluzione per vaccinare il tuo gioco contro la varianza nel breve periodo sta proprio nel trovare scelte profittevoli dove vinci tante volte il piatto, proprio come se avessi sempre AA, e preferirle a situazioni dove il caso può incidere di più.
Come si fa?
Lo spiego nei dettagli all’interno del corso VarianzaZERO, ma la risposta sta nei numeri, nella tua capacità di giocare una mano basandoti sulla comprensione dei range in gioco e delle condizioni di profitto.
Il secondo risultato che vuoi raggiungere è quello di massimizzare il peso della tua abilità per schiacciare il più possibile il peso della fortuna.
Questa immagine (rubata dalla presentazione del corso VarianzaZERO che puoi leggere qui) rappresenta in modo grezzo l’abilità (il cubo di Rubick) che schiaccia la fortuna (il quadrifoglio).
Devi lavorare sul tuo gioco per migliorare la tua capacità di decidere bene in ogni mano che giochi e proteggere il tuo stack, da un lato, costruirlo sfruttando ogni opportunità disponibile, dall’altro.
Anche in questo caso bisogna imparare a scegliere e ragionare sulla base di range in gioco e condizioni di profitto.
Già solo queste due soluzioni ti aprono un mondo di opportunità che puoi cogliere se le esplori per bene.
Altre soluzioni per ridurre l’impatto della varianza nel breve periodo?
- Selezionare i tornei dove l’abilità pesa più della fortuna;
- Giocare contro avversari che puoi battere ed evitare di metterti in situazioni troppo difficili;
- Ridurre gli errori che distruggono il tuo stack e ti mettono in condizione di ricorrere alla fortuna per rimanere nel torneo.
Potrei continuare per altre dieci pagine, ma l’ho già fatto nella presentazione del corso VarianzaZERO che puoi leggere qui: